venerdì 11 dicembre 2009

L'EXPO ACCERCHIA IL PARCO SUD DI MILANO - Interessi speculativi minacciano l'intera area agricola mentre nella zona di Assago cresce il degrado






Il Parco Sud Milano è a rischio cementificazione. Milano è oramai tutta urbanizzata, e gli speculatori si sono spostati da tempo nella cintura esterna della città. A Nord, verso la Brianza, oramai è un unico grande "pieno" di case, palazzi e capannoni, a Est ed Ovest ci siamo quasi. L'unica parte ancora relativamente "vergine" è la zona sud che, grazie ai vincoli del Parco Sud, finora è stato un po' salvagurdata. Ma già nel mio paese, ad Assago, ci sono i primi segnali di allarme, con le edificazioni degli ultimi anni, e quelle oramai approvate e che partiranno a breve. Purtroppo l'ente Parco Sud è ancora debole: basta davvero un colpo di penna per tirare fuori alcune zone dal Parco e quindi renderle edificabili... Bisogna tutelarlo!! E' un bene prezioso che va ancor di più valorizzato! Da diverso tempo cerchiamo di tutelare il nostro territorio, ma è abbastanza arduo. Mi occupo di un blog dedicato al mio paese ed al suo territorio: e già in passato abbiamo denunciato il degrado di alcune zone, che fanno parte del Parco Sud e dove aumentano e abusi e incurie, con intere zone adibite a discaricche abusive senza che nessuno intervenga
Claudio Auteri

LA VALUTAZIONE AMBIENTALE ED ECONOMICA (a cura del Wwf) - Il Parco Sud Milano è il parco regionale più esteso nel territorio della provincia di Milano ed ha la peculiarità di essere classificato quale parco “agricolo”. Si estende nella parte sud e sud occidentale di Milano e prima cintura provinciale. Proprio la sua posizione geografica ne determina le grosse problematiche, dovute soprattutto a mire di espansioni edilizie su territori che possono assumere grande valore economico, dovuto soprattutto alla rendita di posizione urbana. La situazione più spinosa è quella legata all’IEO (Istituto Europeo di Oncologia) di Veronesi e la vicenda di Expo 2015 che proprio su quest’area produrranno le maggiori edificazioni nell’area attorno al comune di Opera e in quella denominata “Cascina Merlata”. A ciò corrisponde la fine della legislatura del Consiglio Regionale della Lombardia che, proprio in tale occasione sta legiferando su vari temi che andranno a colpire proprio quest’area: si tratta dell’aggiornamento della LR 86/83, nota come “Legge Parchi” che verrà discussa in Consiglio nelle prossime settimane con tempi ristrettissimi, visto che da anni si sta parlando della revisione di questa legge ed in poche settimane verrà deciso tutto.
Per il Parco Sud la questione è spinosa perché ora è della Provincia di Milano ed il pdl mira a farlo gestire da un Consorzio di Comuni, che per approvare il PTC (Piano Territoriale di Coordinamento) del Parco devono essere tutti d’accordo con la maggioranza assoluta. Ciò significa che la sola defezione di un Comune ne potrà determinare il commissariamento. La stessa legge, unitamente alla LR 12/05 (Legge di Governo del Territorio) intende far valere un principio alquanto dubbio dal punto di vista normativo: far prevalere la pianificazione infrastrutturale prevista dal PTR (Piano Territoriale Regionale) e del PGT (Piano di Governo del Territorio) che proprio in questi giorni chiudono i tempi per presentare osservazioni su tematiche che spesso vanno a colpire questo territorio. Infine ci sono le due spinose vicende del “Piano Casa” che prevede la possibilità di edificare nei parchi regionali, escludendo per grazia le aree di parco naturale che come ben sappiamo, in molti casi non sono state mai definiti (è il caso di Parco Sud) e la normativa regionale sulla VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) che è in fase di revisione in Regione Lombardia, col tentativo illegittimo di escludere dal procedimento il processo di partecipazione, in base a quanto previsto dalle direttive europee. Il Presidente Formigoni ha anche assunto le deleghe sull’Expo, su cui ha aperto un Accordo Quadro di Sviluppo Territoriale (AQST) a cui ha invitato vari enti pubblici territoriali, escludendo associazioni ambientaliste e di settore che nella fase di osservazione del PTR stanno chiedendo di essere chiamate a partecipare. Come si può chiaramente comprendere, tutte le attività legislative regionali e comunali mirano a creare strumenti per il controllo e forse la distruzione del territorio del Parco Sud, con la scusa dell’Expo 2015.

giovedì 10 dicembre 2009

PARCO LOMBARDO DELLA VALLE DEL TICINO






Il Ticino nasce in Svizzera. La sua sorgente principale è in testa alla val Bedretto, al Passo di Novena, a circa 2.480 metri di quota, mentre un’altra sorgente è nei pressi dell’Ospizio del San Gottardo e si congiunge alla prima ad Airolo. Dopo un percorso selvaggio (da vedere le gole di Stalvedro e del monte Piottino), all’imbocco della piana di Magadino il Ticino viene imbrigliato in argini che ne fanno un banale canale fino al delta con cui sfocia nel Lago Maggiore. Ne esce nei pressi di Sesto Calende per proseguire il suo corso fin oltre Pavia dove, in località Ponte della Becca, unisce le sue limpide acque a quelle limacciose del Po. La lunghezza complessiva è di 248 chilometri, 110 dei quali interessano il territorio dei Parchi omonimi.
ponte sulla lanca alla Fagiana
Il "Parco del Ticino" si estende, lungo il fiume omonimo, su due regioni: Piemonte e Lombardia e - amministrativamente - è composto da due enti: il piemontese Parco Naturale della Valle del Ticino e il Parco Lombardo della Valle del Ticino. Il Parco piemontese ha un’estensione limitata e interessa la sola fascia fluviale senza comprendere le aree urbanizzate, valorizzando perciò i soli elementi naturali.
Il Parco lombardo, che si snoda dal Lago Maggiore fino al Po, comprende invece l’intero territorio di quarantasette comuni. Una scelta questa per estendere la competenza in termini di tutela e valorizzazione non solo sull’ambiente, ma anche su aspetti storici, archeologici, architettonici, agricoli presenti sul territorio, con un’opera di conservazione che ha anche l’obiettivo di non frenare le attività compatibili.

giornale della Lombardia 1972, raccolta di firme per la nascita del parco
Il Parco Ticino è il primo parco regionale italiano, nato anche grazie alla iniziativa popolare lanciata da una rivista, il Giornale della Lombardia, oltre trenta anni or sono e ha fatto scuola per la istituzione di centinaia di altre aree protette italiane. Oggi è un monumento alla natura riconosciuto dall'Unione Europea nei suoi siti comunitari e dall'Unesco, quale Riserva della rete internazionale Man & Biosphere

Non si deve dimenticare che il Parco del Ticino occupa un’area vicinissima a Milano, popolata da circa mezzo milione di abitanti che vivono, si muovono e lavorano sul territorio. Da questo nasce un continuo confronto con l’attività umana e le sue componenti più importanti. Una sfida che il Parco raccoglie giornalmente attraverso un programma di gestione compatibile del territorio. La nuova legge del Parco è uno strumento che non si limita ad apporre dei vincoli, ma che, partendo dalla conoscenza dei dati ambientali di base, traccia una nuova filosofia nella politica di protezione del fiume e delle sue aree.

ruscello nel SIC boschi di TurbigoGeomorfologicamente la valle del Ticino è caratterizzata da una forma detta "a cassetta": il fiume si è infatti scavato una vallata in tutti gli ambienti attraversati (colline moreniche, pianalti e pianura) piuttosto stretta nella parte superiore e più ampia in quella centrale. Seguendo il corso del suo alveo, si può notare che il dislivello tra la pianura e il greto diminuisce man mano che ci si allontana dal Lago Maggiore: nel tratto da Sesto Calende a Somma Lombardo il Ticino scorre tra le colline moreniche con una forte differenza di quota; ad Oleggio il dislivello tocca i quaranta metri, mentre a Vigevano i venti.

Per quanto riguarda la configurazione dell’alveo si può dire che il corso del Ticino, tra Oleggio e Motta Visconti, è composto in generale da uno o più rami principali con isole di sabbia e ghiaia che creano diramazioni e canali, estremamente variabili per dimensioni e portata. Il sistema tocca la massima complessità a valle di Vigevano.

Il corso del fiume è in costante evoluzione, soggetto a incessanti modificazioni e con un equilibrio dinamico che è elemento fondamentale per il mantenimento del valore ecologico del fiume e della sua vallata. Negli ultimi venti chilometri il fiume torna a corso unico, anche se abbastanza tortuoso, con sponde ben definite all’interno della piana alluvionale.

Interventi di contenimento delle sponde con pietre e blocchi in cemento, iniziati massicciamente dagli anni Cinquanta, hanno di fatto limitato la nascita di nuove "lanche". Queste sono parti del fiume, in corrispondenza di anse, pian piano escluse dal percorso della corrente e in seguito del tutto isolate dal corso del fiume. Addirittura le vecchie lanche tendono ad interrarsi a causa di sedimenti che si depositano nel corso delle piene, diventando terreno fertile per la vegetazione palustre. La quale, inevitabilmente, ostruisce e colma i fondali.


Il fiume Ticino non solo rappresenta un polmone verde in un’area di forte antropizzazione e industrializzazione, ma anche un corridoio naturalistico che collega - per un centinaio di chilometri - l’area pedemontana del Lago Maggiore al Po

ITINERARIO - Il sentiero delle 5 Chiese



Il Sentiero delle 5 Chiese

Descrizione del sentiero...
Il sentiero parte dal piazzale dell´Abbazia di Morimondo, la prima Chiesa. Dopo un centinaio di metri, dalla strada asfaltata dopo il porticato di entrata alla piazza, si arriva alla base del terrazzo dove la strada è sterrata. Una prima bacheca è in grado di dare informazioni generali sul percorso. La seconda Chiesa che si incontra è quella di Coronate. Se non si vuole visitare la Chiesa, al bivio si gira a destra e dopo 200 m si arriva ad un piccolo ponticello e si prosegue per un paio di chilometri. La strada corre a fianco di un bel fontanile
ricco di ranuncoli ed altre piante acquatiche. Proseguendo nel percorso si arriva alla terza bacheca e all´area di sosta attrezzata. Percorriamo la strada: sulla nostra sinistra la scarpata, sulla destra le campagne. Il paesaggio agrario è particolare, con alcune marcite degne di nota. La strada si inerpica leggermente sino a sbucare sulla strada S.S. 526. Dopo 50 metri si arriva a Fallavecchia e alla sua Chiesa. La quarta bacheca condurrà il turista a Besate e alla quinta Chiesa, quella di San Michele. Una quinta bacheca segnala l´arrivo.

Due parole sul paesaggio...
La vera ricchezza della ‘Valle´, che ha cambiato molti destini e ha reso fertile la terra, quella che è stata imbrigliata e convogliata dall´uomo in maniera mirabile è una sola: l´acqua. I monaci cistercensi, alla ricerca di un sito idoneo dove posare la prima pietra del loro convento, trovarono ideale questa zona, e mettendo a frutto l´esperienza di chi ci abitava da secoli seppero bonificare i terreni e costruire grange per massari e conversi. Utilizzando l´acqua dei fontanili, che assicurava una temperatura costante a pelo d´erba, razionalizzarono la coltivazione delle marcite ed ebbero così grandi quantità di foraggio anche in inverno. L´arrivo di riso e mais, due colture intimamente legate alla presenza di questa risorsa, ha segnato la vocazione agraria di Morimondo e Besate, contrassegnandola come un´agricoltura a misura d´uomo, dove l´avvento della meccanizzazione non ha stravolto l´arte di coltivare la terra e di produrre in maniera compatibile con l´ambiente. Al visitatore che ancora oggi percorre queste strade coperte di storia e di spiritualità, rimangono negli occhi le immagini di una natura che si sposa alla perfezione con il lavoro dell´uomo.

Proposte per la visita...
Morimondo e la sua Abbazia rappresentano i punti principali di visita, ma non solo: molti altri sono gli spunti che si possono offrire. La valle è ricca di natura e di agricoltura a misura di ambiente. La vicinanza con la pista ciclabile del Naviglio permette un collegamento ciclopedonale verso Bereguardo, Milano ed il nord del Parco. Per gli escursionisti ricordiamo anche che nelle vicinanze del Sentiero delle 5 Chiese si snodano due importanti itinerari: il Sentiero europeo E1 ed il Sentiero del Giubileo. Verso sud a Motta Visconti c´è il Centro Parco ‘Geraci´ dotato di un centro visitatori dove è possibile prenotare visite guidate o discese in gommone sul fiume. A Besate, presso la Cascina Caremma, a Ozzero presso la Cascina Selva e a Morimondo presso la Cascina Lasso si possono degustare ed acquistare i prodotti a marchio Parco Ticino.

giovedì 26 novembre 2009

ITINERARIO VIGEVANO - BEREGUARDO IN MTB NEL PARCO DEL TICINO


ITINERARIO VIGEVANO – BEREGUARDO IN MTB NEL PARCO DEL TICINO


Il parco del Ticino è un ottimo sito dove poter pedalare con la propria mountain bike a contatto con la natura. Esistono parecchi itinerari che si snodano all’interno del parco, uno di questi è l’anello da Vigevano a Bereguardo. Esso si snoda nella parte centrale della Valle del Ticino scendendo verso sud lungo la sponda est del fiume, per poi risalire costeggiando la sponda ovest. Lungo il nostro itinerario potremmo trovare diverse segnalazioni, tra cui le frecce bianche e rosse del sentiero E1 che ci accompagneranno per buona parte del nostro percorso e frecce blu numerate che sono cartelli del parco che indicano sentieri secondari varianti e deviazioni. Alcuni tratti dell’itinerario sono segnalati in modo discreto, in altre zone la segnaletica scarseggia. Cercherò con le mie indicazioni di rendere il percorso il più facile possibile. Il nostro punto di partenza sarà Azzero, da Milano sulla statale 494 è un piccolo paesino prima di Vigevano. Parcheggeremo la nostra auto nelle vicinanze del ristorante La Vecchia Soria o poco più avanti al semaforo a sx troveremo abbondanti parcheggi. Dobbiamo percorrere circa 300 Mt. Della statale 494 possibilmente senza attraversarla (contromano). Qui troveremo le prime indicazioni (E1). Svoltiamo nella strada sterrata che si stacca sulla sinistra dove incontriamo dopo circa 3 Km la Cascina S. Maria del Bosco. Proseguiamo lungo il nostro largo sterrato incontrando Cascina Casorasca e Cascina Lasso ottimo Agriturismo dove i cavalli la fanno da padroni di casa. Poco più avanti, circa 1 Km arriviamo ad una stradina asfaltata, prendiamola a dx e seguiamo sempre i cartelli E1, in questo tratto molto frequenti. Passiamo un ponticello e proseguiamo dritti trovando sulla nostra dx le indicazioni Cascina Maremma (altro ottimo Agriturismo con centro benessere) e Molino. Proseguendo incontreremo queste Cascine passandoci davanti su un leggero sterrato. Poco dopo incominceremo a vedere le prime case di Besate, andiamo sempre dritti fino a giungere nel centro abitato. Giungiamo ad un grande incrocio, è piazza S. Rocco, svoltiamo a dx e subito dopo allo stop ancora a dx. Inizia lo sterrato che ci porterà dritti sulle sponde del Ticino sempre seguendo le indicazioni E1. Incontreremo una villa, costeggiamo le sue mura seguendo il sentiero, poco più avanti sulla nostra sinistra incontreremo un parcheggio, da qui inizierà una breve e leggera discesa che ci porterà dritti sulle rive del Ticino. Svoltiamo a sx e costeggiamo per circa 700 Mt. il fiume, oltrepassiamo una catena ed entriamo nella Tenuta Cantarana percorrendo una strada in terra che si inoltra nel bosco. ATTENZIONE ! Bivio, prendiamo a sx e seguiamo E1. Seguiamo sempre i cartelli Bianchi e Rossi senza perderli di vista. Arriviamo ad un bivio, prendiamo a sx un piccolo e contorto sentiero che costeggia il fiume. In un piccolo slargo, svoltare nel sentiero a dx, troviamo una radura libera dagli alberi, giriamo a sx. Arriviamo al Lido di Motta Visconti qui possiamo trovare diversi punti di ristoro ed un parcheggio…. Attraversiamolo tenendo il braccio morto del Fiume alla nostra dx. Proseguiamo lungo l’ampio sterrato sino al termine del lido. Arriviamo alla pizzeria “Grillo Verde” sulle pareti possiamo vedere un disegno inequivocabile, noi svoltiamo a dx sul retro della pizzeria. Costeggiamo sempre il Ticino, ATTENZIONE, BIVIO POCO EVIDENTE. Il sentiero sembra proseguire, ma poco termina nella spiaggia. Noi svoltiamo a sx (attenzione a non perdere questo bivio) lo sterrato si inoltra in un pioppeto, poi dopo un centinaio di metri in forte salita, diviene una buona stradina, svoltiamo a dx. Giungiamo sulla statale 170, noi proseguiamo dritti. Giungiamo a Zelata. Proprio sul curvane, svoltiamo a dx. Oltrepassiamo la sbarra e proseguiamo lungo la strada principale. Inizia un bel discesone. Al termine della discesa, nei pressi di una casetta troviamo un trivio, prendiamo il piccolo sentiero centrale seguire indicazioni Ticino. Il facile sentiero, leggermente rialzato si inoltra nella fitta vegetazione di Bosco Zelata, proseguiamo per circa 1400 Mt. senza possibilità di errore. Seguiamo il sentiero teniamo la dx dopo poco in una piccola rada , prendiamo il sentiero a sx e proseguiamo sino a scorgere il Ponte di Barche siamo a Bereguardo. Giungiamo sulla strada asfaltata a pochi metri dal ponte svoltiamo a dx attraversando il ponte. Al termine del ponte svoltiamo a dx. percorrendo una larga strada in ghiaia. Alla nostra sx abbiamo il ristorante Boscaccio, poi il parco acquatico “Onda Splash”. La strada bianca sembra terminare improvvisamente contro un cancello. Prendiamo il sentiero che parte a dx e costeggia le acque. Poco dopo si allarga in un comodo sentiero. Il sentiero attraversa alcuni ruderi. ATTENZIONE BIVIO, c’è un incrocio poco evidente . Svoltiamo a dx prendendo un sentiero più piccolo (E1) che poi si allarga e diventa un buon sterrato. Un bivio a sinistra, ma non c’è possibilità d’errore, noi proseguiamo dritti. Incrociamo uno sterrato, andiamo a sx (a dx vediamo un ponte di legno). Al bivio prendiamo a dx. Poi oltrepassiamo una sbarra con ponticello. Bivio teniamo la dx (E1). Dopo 200 Mt., si attraversa un’opera di rimboschimento. In questo punto, lungo una cinquantina di metri la sterrata sparisce, ed è facile, in alcune condizioni, perdere le tracce. Il sentiero riparte comunque subito dopo (leggermente spostato a dx). Finalmente il sentiero si allarga. Troviamo un incrocio con “Punto informazioni” noi svoltiamo a dx , a sinistra si và verso Borgo S. Siro (indicazioni). Teniamo la sx (E1). Al bivio teniamo la sx sempre seguendo le indicazioni E1, altro bivio, andiamo verso dx e proseguiamo sempre sul sentiero principale trascurando le poche deviazioni. Bivio noi andiamo dritti, trascuriamo le indicazioni con frecce blu. Bivio teniamo la dx, ancora un bivio, svoltiamo a sx e subito dopo, al “Punto Informazioni” svoltiamo ancora a sx (E1) indicazioni per Sforzesca, Vigevano. Pochi metri prima di un cancello,svoltiamo a dx nel sentiero bello ed immerso in una fitta boscaglia segnalato (E1). Ci troviamo sopra un piccolo ponticello, subito dopo, al bivio svoltiamo a dx. Proseguiamo dritti seguendo sempre i nostri cartelli con strisce rosse (E1). Sbuchiamo in un largo sterrato e teniamo la sx. Incrociamo sulla nostra dx un Cascinale, noi svoltiamo a sx e dopo circa 20 Mt. ancora a dx, oltrepassiamo un cancello e ci troviamo di fronte una cabina “Enel” in cemento e un “Punto Informazioni” svoltiamo a sx (E1). Passiamo sopra ad un ponte di cemento, giriamo a dx sempre seguendo le nostre indicazioni (E1) segnate questa volta a terra. Proseguiamo sullo sterrato tenendo il Ticino alla nostra dx. Oltrepassiamo un ristorante e giungiamo ad un piccolo parcheggio alla nostra sinistra. Subito dopo il parcheggio svoltiamo a sx su uno sterrato che dopo pochi metri diviene asfalto. Incrociamo un’altra stradina asfaltata, teniamo la sx. Giungiamo ad un incrocio con asfalto più grande, noi andiamo a dx. Altro incrocio andiamo dritti prendendo Via S. Giovanni e passando sotto dei nastri trasportatori di una cava. Giungiamo nell’abitato e svoltiamo a dx in Via Veneto seguendo sempre le nostre indicazioni E1. Giunti allo stop di Via Veneto giriamo a dx nella “Strada dei Pozzi”che è in discesa. Dopo pochi metri essa perde il suo manto asfaltato. Inizia da qui una zona dall’evidente degrado ambientale….passiamo alcune sbarre e parcheggi. Arriviamo ad un incrocio, andiamo a dx su dello sterrato che poi poco più in là diviene una stradina asfaltata contornata da ristorantini, baretti e casette di legno. Giungiamo al semaforo, svoltiamo a dx sulla statale facendo molta attenzione al traffico. Attraversiamo il ponte sul Ticino e proseguiamo per circa 3,5 Km. Stiamo arrivando al punto di partenza, svoltiamo a dx per Ozzero. Siamo arrivati.
Questo è uno dei tanti itinerari che il Parco del Ticino offre tra verde e natura. Come abbiamo visto il percorso si svolge su sentieri e sconnessi sterrati, quindi la nostra compagna sarà MTB. Il periodo consigliato è tutto l’anno ed ha una lunghezza di 52 Km.
A tutti BUONA PEDALATA.

martedì 24 novembre 2009

giovedì 19 novembre 2009

IL PICCHIO NERO NIDIFICA NEL PARCO DEL TICINO


Il picchio nero nidifica nel Parco
18.06.2009 - La presenza è stata registrata nel territorio comunale di Sesto Calende e, oltre ad essere interessante dal punto di vista scientifico, arricchisce la fauna del Parco con una specie di assoluta valenza.

"La segnalazione del Gruppo Insubrico di Ornitologia è importante per almeno due ordini di motivi - commenta il direttore del Parco, Dario Furlanetto. Il primo, scientifico, testimonia il ruolo del Parco nella conservazione della vita selvatica ma, ancor di più nella conservazione di habitat che permettono l'instaurarsi di nuove specie. Il secondo motivo fa riferimento alla collaborazione di gruppi di appassionati nelle varie branche dell'ecologia, collaborazione che il nostro Ente da sempre cerca con la consapevolezza che solo l'interesse positivo generale può far progredire e rendere manifesto lo straordinario ruolo a tutela della biodiversità della nostra Regione. E quindi quale migliore occasione per presentare l'iniziativa di monitoraggio dell'avifauna rivolta ad ornitologi e birdwatchers che operano nel nostro territorio? Una iniziativa che per noi è di grande valore proprio perché si basa sul riconoscimento di una parte importantissima della sua fauna conseguito attraverso i tanti appassionati che operano nel Parco a cui chiediamo collaborazione. Lo sviluppo di questa iniziativa come meglio illustrato più avanti, sarà legato anche alle informazioni che saranno fatte circolare fra gli aderenti ed agli incontri di conoscenza e di scambio di informazioni che verranno periodicamente organizzati. In questa prima fase siamo naturalmente aperti a tutti i suggerimenti che perverranno".

PROGRAMMA DI MONITORAGGIO DELL'AVIOFAUNA
Dall'ultimo Atlante della Biodiversità del Parco del Ticino risulta come quest'area protetta sia caratterizzata dalla presenza di ben 361 specie, insetti a parte, a cui se ne aggiungono sempre di nuove come nel caso del picchio nero nidificante.
Risulta quindi chiara l'importanza per il nostro Ente di poter contare su dati sempre aggiornati di presenza delle diverse specie ma che siano anche georeferenziati in modo da poter pianificare al meglio e in modo conservativo gli interventi che vengono previsti nelle varie aree.
Il Parco intende quindi promuovere un programma di monitoraggio dell'avifauna avvalendosi sia della collaborazione degli Enti e Istituti di ricerca con cui già coopera, ma attingendo anche al grande bagaglio di esperienze e conoscenze degli ornitologi e birdwatchers che operano nel Parco del Ticino.
Per la raccolta e l'invio al Settore Fauna del Parco delle osservazioni delle specie di particolare interesse o inserite negli elenchi SPEC, è stata realizzata una scheda di raccolta dati che potrà essere ulteriormente implementata sulla base delle indicazioni che verranno inviate; i dati rimarranno di proprietà dei rilevatori, mentre il Parco li utilizzerà solo per finalità di monitoraggio e gestione conservativa.
Inoltre tutti i nominativi dei rilevatori che, aderendo all'iniziativa, invieranno delle segnalazioni, entreranno a far parte della lista dei collaboratori del Parco del Ticino e con cadenza semestrale riceveranno on line una newsletter dove potranno prendere visione dei risultati raggiunti e delle attività programmate, quali seminari e incontri.
Sulla base dei risultati di questa esperienza, in una fase successiva si intende estendere questo programma anche ad altri gruppi faunistici del Parco, con particolare riguardo a quelle specie i cui dati risultano attualmente carenti, come i mustelidi o alcune specie di anfibi e rettili.

IL PICCHIO NERO: INQUADRAMENTO DELLA SPECIE

Ordine: Piciformi (Piciformes)
Famiglia: Picidi (Picidae)
Sottofamiglia: Picidi (Picinae)
Sottospecie italiana: Drycopus martius martius (Linnaeus, 1758)

E' il più grosso dei Picchi esistenti in Italia, infatti raggiunge tra i 45 e 50 cm di lunghezza, con un peso tra i 300 e i 370 gr. E' completamente nero con il maschio che presenta una macchia rossa dal becco alla nuca. Il lungo becco è particolarmente adatto alla ricerca di insetti e larve scavando enormi buchi. Gli occhi hanno la pupilla irregolare gialla.

Distribuzione
Il Picchio nero è distribuito nel Paleartico e in Asia e la sua distribuzione è legata alla presenza delle foreste mature con grandi alberi. In Italia è localizzato prevalentemente sulle Alpi, con piccoli nuclei appeninici disgiunti. La popolazione Italiana è stimata in 1500-3000 coppie, di cui meno di 100 negli Appennini centrali e meridionali. Più presente sull'arco Alpino anche se con importanti lacune nella parte occidentale dove è più scarso e localizzato. In molte aree si assiste ad una graduale espansione verso i settori Prealpini e collinari, dove il mancato utilizzo dei cedui o i metodi di gestione selvicolturali mutati consentono ad alcune piante di raggiungere dimensioni sufficientemente elevate per nidificare.

Habitat
Il Picchio nero è specie per eccellenza di boschi maturi ad alto fusto: in italia occupa soprattutto le formazioni di latifoglie mesofite e di conifere tra il Piano montano e il limite superiore della vegetazione arborea. Occupa prevalentemente aree con coperture forestali estese, ma può occupare anche habitat in apparenza poco adatti, purchè possa trovare in essi alimentazione e siti idonei di nidificazione. Essenziale per il suo insediamento la presenza di alberi con tronco colonnare libero da rami di diametro sufficientemente elevato da consentire lo scavo del nido.

Riproduzione
E' una specie sedentaria anche se alcuni individui mostrano fenomeni di erratismo marcato. Viene deposta una sola covata tra metà aprile e inizio maggio: l'involo dalla prima metà di giugno. L'erratismo di alcuni esemplari giovani giustifica le segnalazioni in ambienti non ottimali o a distanza dalle aree di riproduzione e comunque non sono noi movimenti di tipo invasivo da parte di popolazioni limitrofe a quelle italiane.

Conservazione
La situazione dei nuclei appenninici non è supportata da dati sufficienti tali da valutarne lo stato di conservazione. Le popolazioni alpine invece tendono ad espandere l'areale riproduttivo e ciò testimonia uno stato complessivamente favorevole della specie. La notevole propensione allo scavo favorisce l'insediamento di numerose altre specie di uccelli e mammiferi che si riproducono in cattività. Più in generale il Picchio nero è penalizzato da una gestione selvicolturale che non prevede il mantenimento di piante di dimensioni elevate o che comporta l'allontanamento di tutta la biomassa morta dalle formazioni forestali, con la conseguente riduzione delle comunità di artropodi

VIGEVANO - Interruzione sentiero E1



Interruzione sentiero E1
Interruzione sentiero E1
24.09.2009 - In località "Ajala", in Comune di Vigevano (PV), lungo il tratto di sentiero E1 che costeggia il Fiume Ticino, si è verificato il crollo di parte della massicciata e della strada ciclopedonale, a causa dell'erosione del fiume iniziata alcuni mesi fa.
Il tratto chiuso non preclude la continuità del sentiero E1 che può essere ripreso con una piccola deviazione di poche decine di metri su via verde adiacente.

Comune
Vigevano

Dove
Località "Ajala"

martedì 10 novembre 2009

LA GRANDEGRONDA - Un piccolo progetto per una grande opera. Una ciclabile tra il Lago Maggiore e il Lago di Como passando da Milano


Il 29 Ottobre 2009, presso il municipio di Cassinetta di Lugagnano (Mi) si è tenuta la conferenza stampa sulla presentazione de "LA GRANDEGRONDA" un progetto che prevede l'utilizzo di buona parte delle ciclabili esistenti lungo i Navigli, il canale scolmatore e il fiume Adda, e permetterebbe di collegare il Lago Maggiore al Lago di Como passando dal centro di Milano toccando trenta comuni Lombardi (Sesto Calende, Somma Lombardo, Vizzola Ticino, Nosate, Turbigo, Bofalora sopra Ticino, Robecco sul Naviglio, Cassinetta di Lugagnano, Albairate, Cisliano, Bareggio, Cornaredo, Milano, Vimodrone, Cernusco sul Naviglio, Cassina dè Pecchi, Gorgonzola, Bellinzago Lombardo, Inzago, Cassano D'adda, Vaprio D'adda, Cornate, Paderno D'adda, Robbiate, Imbrsago, Brivio, Olginate, Vercurago e Lecco. La presentazione del progetto è stata tenuta dal suo ideatore, un ingeniere Milanese 40° al Concorso Expo dei territori Giovanni Gronda, collaboratore oltretutto del sito "www.pisteciclabili.com". In conferenza stampa L'ingeniere ha denunciato la mancanza di interesse da parte delle istituzioni,visto che il progetto fu presentato e protocollato in Regione circa tre anni fa. Il progetto prevede in un viaggio virtuale la partenza dalla stazione di Sesto Calende con arrivo a Lecco passando dal centro di Milano costeggiando molteplici corsi d'acqua (Ticino, Naviglio Grande, Canale Scolmatore di Nord Ovest, Navigio Martesana, Fiume Adda). Un percorso che può ritenersi didattico potendo ammirare ville storiche, opere idrauliche e di pregio ingenieristico(centrali idroelettriche, il ponte di Leonardo).Il percorso esisterebbe già. ma di fatto andrebbe perfezionato ed in alcuni punti messo in sicurezza come il canale scolmatore e in alcuni tratti del centro di Milano. Il completamento del percorso richiederebbe una segnaletica adeguata. La GRANDEGRONDA potrebbe diventare uno dei percorsi ciclabili più lunghi d'Italia. Al termine della conferenza stampa si è svolto un dibattito, il quale ha evidenziato il grande interesse dei Sindaci coinvolti, ma ha messo in luce la necessità per la realizzazione della collaborazione di tutte le istituzioni coinvolte e il coinvolgimento dei media e delle associazioni interessate per la buona riuscita del progetto.

sabato 7 novembre 2009

BUON MERCATO NEL PARCO AGRICOLO SUD MILANO




COMUNICATO STAMPA
"BuonMercato": sviluppo sostenibile nel Parco Sud Il Comune di Corsico promuove un progetto che ha l'obiettivo di valorizzare la filiera corta, avvicinando produttori e consumatori

Corsico (2 novembre 2009) - Sarà presentato giovedì 5 novembre il progetto "Buonmercato, produttori e consumatori - Filiera corta", per la promozione e la conservazione dell'ambiente e lo sviluppo sostenibile delle comunità locali del Parco Agricolo Sud Milano.

L'appuntamento è alle 18.30 al saloncino La Pianta di via Leopardi, 7. Sarà presente l'assessore alle Politiche ambientali del Comune di Corsico, Dario Ballardini, che ha promosso questo progetto, cofinanziato dalla Fondazione Cariplo. Organizzano e partecipano il Forum Cooperazione e Tecnologia, LiberaMente Gas, Circolo Acli il Sogno, Gas La Buccinella e il Distretto di economia solidale rurale del Parco sud Milano.

"Le condizioni climatiche globali vanno sempre più peggiorando - evidenzia l'assessore Ballardini - e diventa quindi importante per le Amministrazioni pubbliche investire nello sviluppo consapevole delle comunità. 'BuonMercato' è un esempio del necessario cambio di rotta, verso la tutela del territorio in cui viviamo e della nostra salute e l'avvicinamento tra i produttori e i consumatori: un modo per valorizzazione i prodotti locali e dunque la filiera corta".

Concretamente, lo spazio Buonmercato, situato in via Roma, in centro a Corsico (di fronte al palazzo comunale) sarà un luogo in cui ritirare i prodotti prenotati on line direttamente dai produttori locali, eliminando quindi intermediari e, quindi, costi economici e ambientali.
Sarà inoltre luogo d'incontro con le realtà dell'economia solidale e della piccola agricoltura lombarda, oltre che di formazione e di socializzazione, grazie alle associazioni che collaborano al progetto.

La giornata si aprirà alle 16, con la presentazione del percorso formativo per "Animatori di reti e centri servizi ecosolidali" di "Buonmercato" di Corsico e "Il pane e le rose" di San Giuliano Milanese, a cura di Forum Cooperazione e Tecnologia, partner di ricerca dei due progetti. Seguirà un'analisi del settore dell'Economia solidale con Tonino Perna, economista e sociologo, nonché docente di Sociologia economica all'Università degli Studi di Messina e fondatore della rivista Altreconomia e già presidente del Comitato Etico di Banca Popolare Etica.

venerdì 6 novembre 2009

ITINERARIO - Parco Agricolo Sud Milano

Turismo biciclista nel Parco Agricolo Sud Milano

Quello qui proposto è uno degli itinerari più belli per visitare questa area a Sud e si snoda attraverso otto comuni. Poco stancante, in strade poco/nulla trafficate da automobili (in generale, non perchè adesso sia agosto), con pochi chilometri in sterrato (ma non serve la mountain bike). I dettagli sono nella mappa alla fine del post.

Assago - Buccinasco Castello - Gudo Gambaredo - San Pietro Cusico - Barate - Noviglio - Mairano - San Giacomo - San Pietro Cusico - Gudo Gambaredo - Buccinasco Castello - Assago (40 km circa)

I punti di interesse sono costituiti soprattutto dalla pace della campagna, in cui solo in lontananza si intravedono i palazzoni della Città, animata da uccelli, leprotti e - ahimè - anche nutrie.

Si parte da Assago per raggiungere la zona adiacente al cimitero di Buccinasco dalla quale un sottopasso ciclopedonale (da notare la marcita con tre fontanili) consente di superare le otto corsie della Tangenziale Ovest. Si arriva a Buccinasco Castello, lo si supera per dirigersi verso Gudo Gambaredo lasciando alla propria destra il laghetto di Santa Maria.

A Gudo, all'altezza della Trattoria Santoro (non credete ai messaggi che dicono che lì si cucinano rane e pesciolini fritti, li troverete solo prenotando prima, e comunque non vale la pena spendere un pranzo in questo posto) si gira a destra; dopo circa 700 metri si supera una sbarra tendenzialmente chiusa (ma aggirabile scendendo dal mezzo) e ci si dirige verso San Pietro Cusico (nel cortile dell'oratorio della chiesa c'è una prima fontanella per abbeverarsi).

Si esce dal paese seguendo le indicazioni di colore marrone per il Naviglio Grande immettendosi nella pista ciclabile denominata "Camminando sull'acqua". Dopo un paio di chilometri seguire per Tainate. Alla seconda indicazione per questa frazione, non girare per Tainate bensì nel senso opposto.

Giunti a Barate di Gaggiano (due ristoranti ma nessuno meritevole di menzione), girare a sinistra in direzione Binasco, Noviglio, Santa Corinna. Passati Noviglio e Mairano, prendere la stradina sterrata parallela alla statale sempre in direzione Binasco. Dopo un chilometro circa girare a sinistra in direzione Cascina Fenegro raggiunta dopo tre chilometri di strada sterrata.

Qui si possono comprare i genuini prodotti dell'azienda agricola, senza sovraccaricare troppo la bici ovviamente.

LATTE RISO CONFETTURE FARINE FORMAGGI MIELE SALAMI OLIO UOVA


Dopo qualche chilometro in direzione Zibido San Giacomo c'è un'altra azienda agricola: la Zipo della Cascina Grande. E' un derby gastronomico scegliere dove comprare questi prodotti "a chilometri zero" perchè prodotti nello stesso posto dove vengono venduti...

Dato che ormai tendenzialmente uno ha fame, da San Giacomo si prende la ciclabile direzione San Pietro dove si può scegliere tra due trattorie di indubbio valore.

Per i più fighetti l'Osterietta, per quelli un po' più sgrausi l'Isola Felice (sono tutte e due in paese vicino all'edicola): ieri all'Isola Felice mi sono preso un ottimo fritto di paranza, la mia compagna invece si è "accontentata" di una burrata con zucchine pastellate come contorno. Con acqua, mezzo vino, pane, coperto e due caffè € 30 di conto, un ottimo rapporto qualità prezzo, direi.

Da San Pietro si riprende a ritroso la via dell'andata. D'obbligo è la sosta alla Casa dell'Acqua di Assago per riequilibrare i sali minerali persi nella pedalata...

VAPORETTI-BUS E CICLABILI SULLE ALZAIE






I NAVIGLI SI PREPARANO ALL'EXPO 2015

In progetto due linee di navigazione, una per il trasporto pubblico e una per il turismo, e barche con bici a bordo

MILANO - «Convocare gli Stati generali dei Navigli». Un modo per unire gli sforzi di enti e associazioni che hanno a cuore il futuro dei canali di Leonardo e arrivare all’Expo 2015 con i Navigli pronti a svolgere due funzioni. Quella turistica, ma anche quella di vere e proprie vie d’acqua, che congiungono Milano all’hinterland con «vaporetti bus» e con una rete fittissima di piste ciclabili sicure e fruibili. Vaporetti e biciclette che permettano a centinaia, se non migliaia, di pendolari di lasciare le auto a casa, con grande risparmio energetico, economico e beneficio ambientale. La proposta è stata lanciata mercoledì al convegno «Milano e i Navigli: una risorsa per Expo 2015», organizzato dal Centro Studi Grande Milano e dall’associazione Amici dei Navigli. I rispettivi presidenti, Daniela Mainini e Empio Malara, hanno aperto i lavori siglando un protocollo d’intesa per la valorizzazione di Milano come città d’acqua. Grazie a questo accordo, le alzaie milanesi potranno essere riutilizzate anche come piste ciclabili, cosa che già accade da molto tempo, ad esempio, nell’hinterland.

AL LAVORO IN VAPORETTO – Milano come Venezia? Non è improbabile. Anzi, lo studio di fattibilità del progetto presentato al comune di Milano dagli «Amici dei Navigli» ha dato ottimi risultati. Anche Pietro Gelmini, direttore del Centro Studi Traffico, all'inizio era scettico. «Ora inizio a crederci – spiega Gelmini - il trasporto via acqua lungo i Navigli può essere competitivo, basta convincere l’1% dei 36.000 abitanti di Corsico, i residenti del bacino di origine della linea Corsico-Porta Genova, per avere enormi benefici sulla mobilità ordinaria e soprattutto sull’ambiente: il 7% di viaggi in auto in meno e quindi una riduzione annua di 244 tonnellate di anidride carbonica». Il progetto è quindi ormai in una fase preliminare e potrebbe già essere presentato ai bandi di finanziamento regionali. L’idea è di creare due linee di vaporetti alimentati a energia elettrica. Una linea riservata al trasporto pubblico, con capolinea a Corsico e alla Darsena (piazzale Cantore) e fermate a Buccinasco e poi a Milano, stazione di San Cristoforo, poi all’altezza del civico 66 sull’alzaia. L’altra, invece, dedicata ai turisti. Si parte da San Cristoforo e si arriva alla darsena all’altezza di piazza 24 maggio facendo solo tappe cittadine. Il vaporetto, lungo sedici metri e con lo scafo in alluminio, sarà azionato da due motori elettrici e potrà portare 61 passeggeri.

IN VISTA DELL'EXPO - «Sui Navigli si concentrano ambizioni, progetti concreti e sogni di cui Expo è il cappello – sottolinea l’assessore alla mobilità Edoardo Croci –. Non ci sarà una via d’acqua che collegherà direttamente Milano al sito Expo, ma ci saranno dei percorsi fortemente segnati dall’acqua, di cui i Navigli sono il simbolo più evidente. Il progetto dei vaporetti prevede 11 imbarcazioni anfidrome, con motore elettrico e alimentate da pannelli solari: si tratta di mezzi a zero emissioni che offrono la possibilità di portare a bordo le biciclette, sia quelle personali che quelle fornite dalle piattaforme di bike sharing previste nelle vicinanze delle fermate. Ci sarà la possibilità di spostarsi con un servizio di linea in uno scenario gradevole, senza auto. Milano tornerà ad essere una città d’acqua».

BOOM DI TURISTI – Sui Navigli Grande, Pavese e Martesana dal 2006 sono attive cinque linee turistiche di navigazione (orari e costi sono consultabili al sito www.naviglilombardi.it) gestite da Navigli Lombardi e da altri enti, che hanno registrato quest’estate 21 mila 865 passeggeri, con un aumento del 30 per cento rispetto al 2008. Il maggior successo di pubblico per la linea 3 «Delle delizie», che attraversa il tratto del Naviglio Grande fra Abbiategrasso e Cuggiono, ricco di ville settecentesche e scorci di borghi che ricordano i primi del novecento. Proprio sul Naviglio a Cuggiono Ermanno Olmi girò alcune scene de L’albero degli zoccoli. La linea 3, che è gestita dal Consorzio Comuni dei Navigli (www.consorzionavigli.it) ha registrato 5 mila 727 passeggeri, 1500 in più rispetto all’anno scorso, generando un introito per oltre 143 mila euro. «Questo è il segno che la navigazione può realmente far ruotare attorno a sé un indotto interessante per il turismo e, più in generale, per l’economia della zona». spiega il presidente del Consorzio Lucio Ferrè.

NUOVA VITA PER I NAVIGLI – I Navigli sono uno dei simboli dell’identità milanese, ma anche «un primo sguardo anche naturale, della Grande Milano, area geografica con cui dobbiamo imparare a confrontarci in vista di Expo 2015», ha spiegato Daniela Mainini, presidente del Centro Studi Grande Milano. Empio Malara, alla guida degli Amici dei Navigli, indica l’obiettivo del progetto: «Offrire ai tre milioni di abitanti del contado di Milano l’opportunità di andare in bicicletta e in barca, realizzando anche imbarcazioni eco-compatibili che possono avere a bordo spazio per le due ruote, per incentivare l’uso di entrambi i mezzi e non solo per turismo». L’assessore provinciale Giovanni De Nicola ha ricordato che «grazie a questo protocollo d’intesa sarà possibile valorizzare le alzaie con il loro riutilizzo anche come piste ciclabili. La Provincia ha capito l’importanza di infrastrutture come queste. Stiamo realizzando infatti il percorso ciclabile Milano-Pavia, di cui verrà inaugurato il tratto di Binasco a gennaio 2010».

Giovanna Maria Fagnani
15 ottobre 2009(ultima modifica: 16 ottobre 2009)

ITINERARIO - Il Naviglio Grande in Mountain Bike

IL NAVIGLIO GRANDE IN MOUNTAIN BIKE Da Milano ad Abbiategrasso Un accenno di storia Il Naviglio Grande, insieme a quello Pavese, costituisce una delle maggiori opere idrauliche di Milano. La sua costruzione ebbe inizio nel 1179 per terminare nel 1209, e quindi il piu antico naviglio Milanese, e il primo canale navigabile del mondo moderno. Nasce col nome di NAVIGIUM DE GAZANO Naviglio di Gaggiano, modificato in seguito all’ampliamento e prolungamento verso Milano, avvenuto tra il 1259 ed il 1263. Inizialmente il suo utilizzo era limitato all’irrigazione delle zone circostanti e per la difesa del contado; divenne poi un importante via di comunicazione con il Lago Maggiore. Il trasporto dei marmi delle cave di Candoglia Val Dossola, utilizzati per la decorazione del Duomo di Milano avveniva proprio attraverso questo canale. Nasce nei pressi della Cascina Castellana sbarramento della paladella e passando per Abbiategrasso, giunge dopo circa 50 Km alla Darsena di Porta Ticinese a Milano. ITINERARIO Da Piazza XXIV Maggio, prendiamo per Viale Gorizia tenendo la darsena a DX. Passiamo sul Naviglio Pavese subito dopo troviamo il Naviglio grande. Prendiamo la via che costeggia il Naviglio, mantenendo quest' ultimo sulla SX Alzaia del Naviglio Grande. Attraversiamo un ponte trafficato e proseguiamo sull’alzaia facendo attenzione perché aperta al traffico. Incontreremo prima l’ex ponte ferroviario Richard Ginori 1908 poi la Chiesa di S. Cristoforo XIII – XIV sec. Sul lato opposto si trova la Chiesa di Ronchetto 1812. Ponte di Corsico, parcheggio sulla DX. Noi proseguiamo sull’alzaia. Sul lato opposto possiamo vederecascina Guardia di Sotto con cartello informativo. Sul nostro lato, incontriamo la Cascina Guardia di Sopra. Da ora in poi potremo pedalare senza auto, da questo momento inizia la ciclabile. Deviazione obbligatoria. Seguire le frecce, a DX. Subito dopo a SX. Alla rotonda andiamo a SX. Siamo ancora sul Naviglio, siamo a Trezzano Svoltiamo a DX e riprendiamo l’alzaia. Proseguiamo sempre dritti sulla ciclabile costeggiando le campagne di Trezzano, incrociando dopo circa 2 Km la Cascina Venezia dove volendo si può acquistare del buon miele e delle ottime uova, ammirando una bellissima aia ricca d’ogni tipo di selvaggina. Entriamo dopo circa 3 Km nel comune di Gaggiano. Sulla nostra destra possiamo ammirare la Chiesa di S. Invezio e Villa Venini Uboldi. Poco piu avanti troviamo Villa Marino corte di un nobile del 500 ora Az.Agricola cascina Maggiore ma con l'aspetto di un giardino d'epoca. Scavalchiamo ora il ponte ciclabile portandoci sul lato opposto e proseguiamo a DX tenendoci il Naviglio sulla DX. Sulla SX, vediamo la chiusa della Roggia Gambarina, importante via di sfogo per le acque del naviglio nei momenti di piena. Un tempo molto frequente) Proseguendo lungo la ciclabile possiamo incontrare piccole verità agricole, ( Cascina Carbonizza, Cascina Case Nuove, Cascina Rosa Botta ) le quali lungo le sponde del naviglio per la gioia dei bambini, mostrano i loro animali nelle stalle situate lungo la ciclabile. Giungiamo quindi nel Comune di Vermezzo dove all’altezza del Ristorante Naviglio Grande troviamo a Sx la strada per entrare in paese, noi proseguiamo dritti per circa 2 Km incontrando Cascina Cassinazza, arriviamo ad un ponte dove sulla nostra SX troviamo un Cimitero, siamo arrivati ad Abbiategrasso meta del nostro itinerario. Da qui partono altri itinerari ( Sesto Calende, Bereguardo ). In quest’itinerario si toccano i comuni di Milano, Corsico, Trezzano S. N., Gaggiano, Vermezzo, Abbiategrasso, per una lunghezza di circa 20 Km, il tutto su fondo asfaltato con una difficoltà di percorso facile, il periodo consigliato e tutto l anno, con preferenza per le stagioni intermedie. Il tempo di percorrenza e di circa 1,30 ore.

TRADIMENTO D'AUTUNNO


La prendo e le dico: "Andiamo via!"

Poi la porto fuori dal buio locale

vado in tasca a qualsiasi gelosia

e la trascino nell'ambiente naturale.


D'intorno il bosco,misterioso, arcano,

sento il vento che fa cantar le foglie

e il rusciello che scorre verso il piano

melodie per l'orecchio che le coglie.


La cavalco, lei non fa resistenza

asseconda ogni mio movimento

se vo svelto oppur se con pazienza

mi accontento d'un andamento lento.


Lo confesso, non è mica un segreto:

non era esattamente la mia moglie

ma, godendo, l'ho montata, su un tappeto

di variopinte scricchiolanti foglie!


Siamo tornati a casa tardi, e stanchi

ed eravamo amanti, più che amici

io e la mitica MUTT BIANCHI

la mia mountain bike, che grande bici.